Guardando le pagine social che si occupano di cucina, soprattutto quelle straniere, sembra che gli italiani siano un popolo estremamente legato alle tradizioni e incredibilmente conservatore, almeno in cucina. Praticamente ovunque si possono trovare pagine di nazionalità diverse che ripropongono, a modo loro, delle ricette italiane, mentre nei commenti orde di nostri connazionali si indignano e si sdegnano per lo “scempio” che vedono compiersi sotto ai loro occhi. Eppure, se si osserva la totalità della cucina italiana, sia geograficamente, sia nel corso degli anni, si possono trovare diversi adattamenti, contaminazioni e ricette tradizionali che di tradizione hanno ben poco! Tutto questo mentre delle versioni adattate di piatti stranieri entrano nei menù dei nostri locali e dei nostri ristoranti, sia come piatti a se stanti, siano come ulteriori ingredienti per piatti già esistenti.
E, se posso immaginare che ci sia chi già storce il naso a sentir parlare di pizza al kebab o di sushi con il formaggio fresco spalmabile, non oso pensare a chi non conosce le più recenti novità in fatto di cucina, almeno per quanto riguarda l’Italia: infatti, è molto probabile che, prima o poi, verranno importate le farine a base di insetti, come la farina di grillo, esattamente come la farina di canapa e diversi altri prodotti a base di cannabis light sono stati messi in commercio nei Weed Shop dopo che il nostro governo ha reso la canapa legale in Italia.
Contaminazioni della cucina italiana nel passato
Pensate che la moda del sushi sia un fenomeno passeggero destinato a svanire? Credete che, con il passare del tempo, il kebab svanirà dai menù dei locali e dai ristoranti? L’Italia è un paese che, nel corso della sua storia, ha fatto propri e personalizzati diversi piatti: uno dei casi più famosi è il couscous, piatto tipicamente africano che adesso è estremamente diffuso anche in Italia, soprattutto in Sicilia, dove è entrato nella tradizione e, addirittura, si può trovare sulle tavole dei pranzi domenicali più ricchi. Un altro caso è quello dell’Hamurger, piatto che decisamente non ha radici italiane, ma che è diventato estremamente popolare, sia in versione da “diner” americano che in versione casalinga; oppure ancora la Paella spagnola o le Crepes francesi: sono tutti cibi di origine straniera che, una volta arrivati in Italia, ci sono rimasti e sono entrati a far parte dell’alimentazione comune.
I ricettari di ieri ed i ricettari di oggi
Per rendersi conto dell’incredibile mole di cambiamenti che la cucina italiana ha subito nel corso degli anni recenti, è sufficiente sfogliare dei ricettari, partendo da quelli più antichi per arrivare a quelli dei giorni nostri: non solo si potrà notare come il benessere degli ultimi anni, unito alla grande distribuzione, abbia reso possibile una dieta estremamente più varia, ma anche che gli stessi piatti vengono realizzati con ingredienti e modalità totalmente diversi. A questo punto, ha senso restare attaccati ad una tradizione che, a tratti, sembra quasi non esistere? Per rispondere alla domanda, vi lasciamo con una piccola curiosità: la ricetta tradizionale della carbonara, una delle ricette di cui gli italiani sono più gelosi, sembrerebbe non esistere nei ricettari storici fino a poco prima del 1950. Un tempo molto più breve di quanto si tende a pensare, ma abbastanza per aver creato diverse varianti in diverse regioni di Italia e nel mondo.